"L'arte non si fonda sulla chiarezza della costruzione razionale, non è assimilabile per sua natura ad un autosufficiente sistema intellettuale. Il suo intendimento, farne esperienza nasce dalla potenza del suggerimento dell'evento e del simbolo. L'arte è rivolta alla facies exterior dell'uomo in modo tale che i sensi e la ragione non la controllano ma la connettono alla facies interiore, allo spirito, al volto dell'uomo teso verso il suo stesso mistero."
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"Dell'arte perciò, non si può fare scienza, poichè è un evento, una fascinazione, capace di unificare evento sensibile e storia.
L'esperienza estetica è una emozione intellettuale, cioè una potenza che pur attraversando la ragione e la sua dialettica ti conduce a una visione emozionante diretta verso il cosmo, inteso come area spirituale."
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“ L’artista non genera mai un opera d’arte, l’artista genera azioni, strumenti suggestivi, suggerimenti che posso indurre alla generazione dell’opera d’arte.
L’opera d’arte si compie nella facies interior di chi percepisce l’azione dell’artista e la metabolizza insieme a ciò che stà intorno all’opera, la propria sensibilità, la propria cultura, la propria anima.
Questa metabolizzazione può portare ad uno stato di illuminazione dell’anima, di piacere , di estasi. Questa estasi, questo momento di totalità anche di un solo istante è l’opera d’arte.”
L'arte è aristocratica, iniziazione, la concezione di un arte popolare buona per tutti è cosa falsa.
Non è l'arte che si piega, ma, l'individuo che s'innalza, che si nobilita.
Mario Mafai "Italia Letteraria", Roma, 19 ottobre 1930